Giorni pieni di iniziative quelli appena trascorsi in compagnia dell’Azione Cattolica di Lecce: finalissima del Torneo di calcetto ‘AC Cup’, veglia di preghiera sulla spiaggia di San Cataldo e la Festa conclusiva dell’anno associativo tenutasi ieri a Roca.
Lecce. Dal senso intrinseco d’una semplice frase può venir fuori la convinta appartenenza di tanti, tantissimi giovani: non si “va” all’Azione Cattolica, si “è” di Azione Cattolica. Occhio alla differenza tra i due verbi, tutt’altro che lieve. Perché in fondo parliamo di una grande famiglia che, ogni anno, vede tantissimi fedeli raccogliersi in iniziative che vanno dai momenti di preghiera alle attività formative, senza mai escludere quel “sano” divertimento tipico della gioia appartenente alla figura del cristiano. Ed ecco allora che ogni occasione diviene luogo d’incontro e condivisione. Qui, i membri dell’Associazione forniscono contributi importanti alla società nella quale sono chiamati ad operare. Un esempio? Basta dare uno sguardo agli ultimi, frenetici giorni: finalissima del Torneo di Calcetto denominato AC Cup, veglia di preghiera sulla spiaggia di San Cataldo e, in ultimo, la tradizionale festa di fine anno associativo a Roca. Tre fondamentali appuntamenti che costituiscono ormai le fasi clou destinate ai numerosissimi “acierrini”, giovanissimi, giovani e adulti tesserati; con un’attenzione specifica rivolta proprio a quella tessera con impresso il tema di riflessione annuale. Rappresenta un impegno e non un oggetto da esibire. Un “pezzo di cuore”, non un “pezzo di carta”.
La circostanza migliore per ribadirlo? Era quella in programma ieri, 2 giugno, a Roca Vecchia durante il giorno di chiusura del cammino annuale di AC. Presso l’ex seminario estivo, l’Oasi “Madonna di Roca” situata a due passi dalla “Poesia”, gli aderenti di tutte le età si sono radunati per trascorrere insieme il classico “ultimo step” (sebbene, specificano dal “settore Giovani”, le manifestazioni proseguiranno anche nel periodo estivo in vista della GMG di Cracovia), partecipando ai giochi mattutini organizzati dall’Equipe Diocesana ACR e dall’Equipe Diocesana Giovani. Dopo una mini pausa pranzo, spazio alla musica e agli immancabili gavettoni, per poi giungere a delle premiazioni davvero speciali: quelle dell’AC Cup. A vincerla, quest’anno, la parrocchia Maria SS. Assunta di Torchiarolo. Il bello della tanto desiderata coppa “cattolica” risiede, invero, in aspetti che esulano dal contesto prettamente sportivo. I veri vincitori mostrano unità, tanto nella fase preparatoria della competizione quanto nella complicità messa in campo. I giocatori della realtà parrocchiale in cima al podio – e assieme a loro i supporter appartenenti alla medesima comunità – hanno dimostrato, lungo tutto il mese di Maggio, d’aver interpretato ogni gara facendo prevalere l’amicizia all’agonismo.
Insomma, in Azione Cattolica per diventare campioni non serve segnare più dell’avversario, soprattutto se quest’ultimo raffigura un fratello con cui vivere tante esperienze. Menzione speciale – ricevuta sempre da Torchiarolo – per il cosiddetto “terzo tempo”, ossia la predisposizione d’un piccolo banchetto da spartire in compagnia dell’altra squadra a partita terminata. Al primo posto per maggioranza di reti sul terreno di gioco, invece, è salita la parrocchia Maria SS. Assunta di San Pietro in Lama, che nel match decisivo ha battuto 5-4 gli amici di Maria SS. Assunta di Arnesano (vincitori dell’edizione 2015). Da segnalare, inoltre, altre particolari premiazioni: “Peace in progress” a Spirito Santo Lequile; “Un ponte verso te” alla parrocchia della Chiesa Madre di Lequile; “Correttezza e Spirito di Ac Cup” all’AC “Don Bosco” di San Pietro Vernotico. E poi tanti diversissimi premi che elencare uno ad uno sarebbe impossibile, considerando l’ottimo approccio dei “concorrenti”.
Affetto, sorrisi e abbracci ma senza trascurare l’aspetto spirituale che contraddistingue la gioiosa immagine del cristiano. Ragion per cui, lo scorso 30 Maggio, sulla spiaggia adiacente al Faro di San Cataldo i ragazzi dell’AC leccese – in compagnia di educatori e rispettivi parrocchiani – erano raccolti in una veglia “animata”, iniziata alle ore 20.30. Il suono delle chitarre, una croce a pochi metri dal mare e i lumini che delimitavano i percorsi da effettuare per raggiungerla. La recita del Santo Rosario, nel mese dedicato alla Vergine Maria, seduti sugli asciugamani uno affianco all’altro; come se la sabbia rappresentasse simbolicamente l’insieme di tanti minuscoli “granelli”, quali i componenti d’una aggregazione bella e genuina dove le persone crescono accettandosi, conoscendosi. Amandosi. E si è avuto modo di apprezzarlo in vari momenti. Festa del Ciao, Festa Giò e Marcia della Pace costituiscono tre esempi lampanti.
Paolo Panico per leccenews24