“Persone nuove in Cristo Gesù”: il tema della XV Assemblea diocesana elettiva dell’Azione Cattolica di Lecce, in programma il 15 e 16 febbraio 2014 presso la parrocchia di Giorgilorio, apre ad una rinnovata riflessione sull’essere laici impegnati nel nostro mondo e nel nostro tempo. Una delle tematiche cardine sarà come “la fede dà forma alla nostra vita” e come si traduce nei vari ambiti di vita nel quotidiano delle persone, alimentando “legami di vita buona”, così come emerge dalla bozza del documento assembleare, in questi mesi allo studio delle associazioni parrocchiali.
Una vita che dev’essere vissuta in gioiosa comunione, come recita anche il sottotitolo al tema dell’Assemblea: “L’Ac di Lecce corresponsabile della gioia di vivere per tutti”. “Siamo laici associati, corresponsabili della missione evangelizzatrice della Chiesa, e ci lasciamo interrogare, dunque, dal nostro tempo – scrive l’Azione Cattolica nella bozza del documento assembleare -. Ci sentiamo interpellati dalla vita delle persone, a cui vogliamo innanzitutto offrire la testimonianza della speranza e della gioia che nascono dall’incontro con Cristo, della bellezza di costruire legami autentici, dell’importanza di sentirci responsabili della crescita umana, spirituale, culturale e di fede di ciascuno, a servizio della Chiesa locale e nella consapevolezza di essere parte della Chiesa universale”.
Vergari, dopo sei anni di impegno lasci il servizio all’Azione Cattolica diocesana; come si può tradurre la volontà di essere nella Chiesa con uno sguardo vigile al mondo di oggi?
Occorre un “di più” di visibilità da parte di noi cristiani. Dobbiamo cercare di contrastare lo scollamento dilagante tra fede e vita, distinguendoci attraverso gli stili di vita. La crisi economica, culturale e antropologica ci impone di mostrare ”il bello e il buono” della proposta associativa dell’Azione Cattolica, per contribuire a risolvere la questione morale in tutte le angolature problematiche del nostro tempo. Cerchiamo di “uscire” sempre di più, come papa Francesco ci chiede, per contagiare il mondo. Manteniamo un’attenzione costante verso tutte le emergenze dettate dalle condizioni di povertà; pronti a dirigerci verso tutte le periferie esistenziali che il Santo Padre ci sprona a visitare, coabitare, riscaldare e illuminare con la luce del Vangelo.
Che realtà è oggi l’Azione Cattolica diocesana di Lecce?
Sarei tentato di rispondere con un’altra domanda: quali incisività hanno le nostre testimonianze nel contesto ecclesiale e civile? In questo secondo triennio di presidenza non è mai mancato l’accompagnamento reciproco nella preghiera, nella fraternità e nella cura delle relazioni fra noi, con il vescovo, con i nostri sacerdoti, con le nostre comunità, con le Istituzioni e con il territorio che come Chiesa, l’Azione Cattolica ama e serve. Questo impegno ha reso spesso possibile la lettura delle sfide della nostra terra e del nostro tempo, ma ci deve trovare più pronti nel programmare la nostra azione su iniziative di cui c’è realmente bisogno e in tempi più rispondenti alle attese.
Quale l’impegno secondo te è chiesto oggi all’AC?
Dobbiamo manifestare la capacità, coerente e corresponsabile, di testimonianze credibili che dimostrino la nostra adesione al Vangelo nei fatti concreti più che nelle parole. Molte delle nostre energie associative devono mettersi subito al sevizio del Sinodo dei giovani per offrire sempre maggiori contributi nelle questioni problematiche che li riguardano e ci riguardano. Dobbiamo intercettare i disagi esistenziali, i drammi dei giovani, offrendo gioia, entusiasmo e speranza; che poi dovrebbero essere gli elementi propri della condizione giovanile. Bisogna continuare a prestare attenzione ai bisogni del territorio, per declinare la formazione anche con tanti progetti di servizio che guardino alla centralità dell’uomo, alla priorità e alla dignità di ogni persona, alla capacità di accettazione dell’altro qualunque sia la condizione di te, di razza, di cultura, di politica o di religiosità.
A chi sente di dire grazie?
Grazie al Signore, prima di tutto. Certamente a tutta la famiglia dell’Azione Cattolica e ai tanti che ne hanno sostenuto l’impegno. Siamo grati al nostro vescovo per l’affetto, la stima e la fiducia che ci ha sempre manifestato, oltre che per il suo grande amore per la nostra Chiesa di Lecce. Per lo stesso amore la nostra AC dovrà essere sempre di più istituzione e carisma che contribuisce a rendere reale la comunione con una attenzione costante nel “cucire” le realtà ecclesiali ed extraecclesiali. Una comunione “attiva” che si faccia sempre più presente soprattutto ogni volta in cui si debbano tutelare i diritti di ogni persona alla luce del Vangelo.
di Salvatore Scolozzi